martedì 2 novembre 2010

VITA DI CELLULOIDE.

Quando ero ragazza, mi piacevano i film d'amore.  Beh, non necessariamente quelli che parlavano SOLO d'amore, ma quelli che all'interno di una storia poliziesca, o horror, o d'avventura contemplavano due protagonisti, un uomo e una donna, che inevitabilmente, verso metà film, si scoprivano follemente innamorati.

Attendevo quel momento, il momento "del bacio" ancora di più di quanto volessi sapere come andava a finire la trama. E quando si arrivava al punto, mi si stringeva lo stomaco, sentivo le guance farsi rosse, e mi abbandonavo al sogno di quell'amore cinematografico, che naturalmente era contrastato, difficile (se non impossibile), ma nondimeno inevitabile, ineluttabile. INALTERABILE.

Speravo tanto che qualcosa del genere un giorno, sarebbe successa anche a me. Perchè allora, per la mia mente ancora infantile, "amore" era poco più che una bella parola, era una possibilità, era una romanticheria, solo una delle tante cose che potevano succederti nella vita.

Ad un certo punto, penso verso i 12-13 anni, invece, ho cambiato opinione. Ho capito che l'amore non è "una" cosa, ma "LA" cosa che ti capita nella vita. Ho guardato mio padre e mia madre che, voglio dire, non è che siano esattamente Leo di Caprio e Kate Winslet, e mi sono accorta che questa roba, questo vagheggiato "amore" permea tutta la vita delle persone. Non sono soltanto pochi istanti di passione su un transatlantico che affonda, è qualcosa di permanente, qualcosa che c'è, c'è continuamente.

Perchè semplicemente le persone vivono con coloro che amano. Ogni giorno. Ogni notte.

Questa rivelazione cambiò la mia percezione della vita. Sul serio. 
Volevo sempre diventare ricca e famosa, volevo ancora avere un lavoro importante e stupire tutti con il mio incommensuarbile talento (talento per cosa, dovevo ancora deciderlo), ma nel frattempo, attendevo trepidante di incontare finalmente l'Uomo Della Mia Vita.

Non attesi a lungo. Un fidanzatino adolescente, qualche storiella di una notte, e poi eccolo qui. Mr Right, direbbero gli americani. Avevo 19 anni, e per me fu come cominciare una avventura straordinaria.

Ovviamente, in quei film che mi bevevo con gli occhi, non c'era soltanto l'Amore-con-la-A-maiuscola. C'era anche tradimento, menzogna, infelicità, ricatto, dolore. Le cose non erano mai come sembravano.  Ma com'è, come non è, tutto questo non rientrava mai nell'idea che mi andavo costruendo della vita.

Nemmeno per un istante.



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