venerdì 29 febbraio 2008

PORCA VACCA

Qualcuno di voi magari ricorderà uno dei precedenti post, quello in cui parlavo del Grande Capo e della sua innata idiozia galoppante.


Temo purtroppo che mi stia tirando una gran brutta sola.


Bisogna che i miei sensi da cinque diventino dieci, che la mia stronzaggine da "mediocre" diventi "eccellente" e che i più grandi strateghi della storia, da Caio Mario al generale Patton, da Alessandro il Grande a Scipione l'Africano prendano possesso del mio corpo e della mia mente e mi indichino la retta via.


Altrimenti, qui, son uccelletti per diabetici (cazzi amari, ndr)


Non c'è pace per gli onesti...

mercoledì 27 febbraio 2008

SCHIFOSI APPROFITTATORI



Come si fa, io mi domando, ad andare ad intervistare in una scuola dei bambini di 7 e dico 7 anni circa la morte per incidente di una loro compagna di classe?? Mettere un microfono davanti alla bocca di un bambino che singhiozza disperatamente al punto da non poter parlare?


E la maestra? La maestra di classe che accetta di essere intervistata sul medesimo argomento dentro la sua aula? davanti ai suoi alunni? amichetti della morta???


Ma brutti pezzi di merda avvoltoi schifosi luridi sciacalli!!


Ben mi sta, che mi ostino a guardare Studio Aperto.

martedì 26 febbraio 2008

DE' POLITICA

L'altra sera tornando a casa dopo un aperitivo con un paio di amiche, ho notato uno dei tanti cartelloni elettorali che in questi giorni allietano le nostre città coi loro vivaci colori e la loro prosa alata (e non dico altro!)


Dunque, c'erano le foto di Prodi e di Veltroni in due cerchiolini in alto a destra, mi pare, e una grossa scritta bianca su campo azzuro diceva qualcosa come "Vogliono trasformare Milano nella periferia di Roma". Sotto, l'immancabile Vota B... (niente, non riesco proprio a scriverlo, vattelapesca a capire come mai...).


Ora a me, umile laureata in Scienze Politiche, hanno insegnato che la Politica (con la maiuscola) è la più alta espressione della civiltà umana. Mi hanno insegnato che la Politica trasforma il nemico in un avversario di cui avere rispetto, e che questo porta ordine nel caos del conflitto. Mi è stato anche insegnato che la parola governare deriva dal latino cubernatis, col significato di condurre una nave, con tutto il carico di onore, lungimiranza, intelligenza, temperanza, giustizia e competenza che questa attività richiede.


Ora io mi domando cosa c'entra con questo il basso, ignobile, inqualificabile richiamo ai più beceri istinti che quel cartello (e altri della stessa risma) vuole indicare? Come si può governare quando si fa appello alla parte peggiore delle persone per ottenere il mandato necessario? Dov'è l'onore, dov'è il rispetto?


Dov'è anche solo il minimo sindacale di decenza che ogni essere umano dovrebbe possedere?

giovedì 21 febbraio 2008

NON SONO SICURA DI COSA PENSARE....

La pedofilia è una malattia?


La pedofilia, ossia provare attrazione sessuale per bambini o ragazzini, è secondo me una delle cose più disgustose, rivoltanti e ripugnanti che possano mai esistere al mondo. Ma è una malattia?


Quando un adulto molesta o violenta un ragazzino o un bambino, va punito per l'impulso  sessuale che prova nel suo intimo, o per la sua traduzione in atti mostruosamente violenti? Ovvero cosa bisogna riprovare, il sentimento (in mancanza di un termine migliore) o l'azione?


Considerarla una malattia, per quanto ogni fibra del mio essere madre e donna urli che i pedofili vanno messi al rogo tutti e subito, mi fa paura, perchè crea un precedente.


Quando un uomo violenta una donna, non viene condannato (o curato) perchè gli piace il sesso eterosessuale tra adulti, viene condannato per la violenza. Quando un adulto violenta un bambino, non andrebbe punito (o curato) perchè pedofilo, ma perchè violento, semmai con l'aggravate che la violenza sia avvenuta contro un minore. Se la pedofilia è una malattia e come tale fuori dal controllo della persona malata, essa diviene un'attenuante, e non più un'aggravante dell'atto di violenza.


E poi, parlare di malattie e cure quando si tratta di impulsi sessuali (per quanto, ripeto, io trovi  assolutamente ripugnante questo specifico tipo di impulso) mi scatena sempre un brivido di paura. Oggi parliamo di pedofili, categoria facile da etichettare perchè odiata da tutti,  ma domani potremmo parlare di omosessuali o bisessuali, o che-so-io-sessuali i quali esulando dal tradizionale maschio e femmina nellaposizionedelmissionario potranno vedersi bollati come infermi


Già qualcuno in anni recenti parlava di "forme deviate e deboli di amore", e io non vorrei, nella giusta foga ed ansia di salvare mio figlio, lasciargli in eredità un mondo più intollerante anzichè più giusto.


Sono veramente, ma veramente perplessa.


A.

domenica 17 febbraio 2008

MISSIONE DI PACE

Ora, io dirò una cosa piuttosto impopolare, mi sa.


Da alcuni giorni tutti i media ci raccontano la storia e ci mostrano le testimonianze che riguardano il soldato italiano che ha recentememte perso la vita durante una missione di pace. Un uomo che aveva dedicato, a quanto pare, la vita a questo mestiere e che era già sopravvissuto una volta, alla strage di Nassirya.


Ho il massimo rispetto per la vita stroncata di quest'uomo e anche per il suo valore e per il suo coraggio, e il suo sacrificio, naturalmnte.


Però penso che quando si ha una famiglia, le missioni di pace debbano passare in secondo piano. Quando si sceglie di sposarsi e di mettere al mondo dei figli, dei figli che aspetteranno sempre il ritorno del proprio padre (qualunque sia la loro età), allora le priorità debbano cambiare.


Non è che la vita del soldato e del marito/padre siano incompatibili, ma la prima linea dovrebbe lasciare il posto ad incarichi che non mettano a repentaglio la vita non solo di chi fisicamente rischia di lasciarcela ma anche di coloro che potrebbero trovarsi a fare i conti con una incompletezza e con un vuoto che difficilmente possono essere colmati. O altrimenti, qualora la vocazione (perchè di questo si tratta) sia insopprimibile, forse si dovrebbe considerare la possibilità di una vita solitaria.


Lo so, sembra una cosa orrenda da dirsi.


Però mi sono chiesta: se io avessi poniamo 10 anni e mio padre morisse in Iraq, come potrei fare a spiegare a me stessa che lui è morto per aiutare bambini sconosciuti mentre non ha avuto il tempo o la voglia di stare a casa ad aiutare me?

mercoledì 13 febbraio 2008

V FOR VENDICTA

Avete fatto caso che quando un uomo è aggressivo viene definito "volitivo" o "passionale" mentre quanto lo è una donna la si manda dallo psichiatra per imparare a gestire la rabbia?


Beh io oggi non ho voglia di psichiatri.


No no.


No way.


Oggi ho voglia di vendetta. Oh si. Vendetta tremenda vendetta. Quello a cui stavo pensando non è nulla di troppo elaborato,  di sanguinolento o particolarmente trucido (sebbene l'immagine di una sega elettrica in funzione abbia attraversato fulminea la mia mente).


Basta poco.


Basta essere felici. Per talune persone, l'altrui felicità è la peggior cattiveria, è il deterrente peggiore, l'offesa ultima, l'umiliazione maxima. Menti ristrette e vite tristi talmente disabituate alla gioia da non riuscire a sopportare neppure di vederla in cartolina. Immaginarsi nella vita di qualcun altro. Anime ripiegate a tal punto da non riuscire più a distendere le proprie braccia verso il cielo, menti brillanti inguaribilmente bacate, rovinate, tarlate. Piene di buchi e insetti viscidi e schifosi.


Se me lo aveste chiesto qualche anno fa, avrei detto che queste persone sono da compatire, che quando calpestano con stivaloni da cow boy e speroni le vostre buone intenzione e i gentili semtimenti, non lo fanno apposta, poveri piccoli bambini maltrattati dalla sorte, loro proprio non lo fanno apposta. Quasi nemmeno se ne accorgono, piccini. Bene si farebbe a considerare la patetica tristezza della loro vita, e perdonarle, animucce sfortunate, perchè dopotutto fanno del loro meglio con le miserande carte messe loro in mano dal fato.


Ma oggi no, oggi non ho voglia di psichiatri ne di analisti. Il tempo delle mele (di Biancaneve) è definitivamente passato per me. Oggi ho voglia di vendetta.


Francamente, mi basta poco. Non devo nemmeno sforzarmi, non devo nemmeno avere un piano, una strategia. Quasi non mi serve nemmeno pensare. Per vendicarmi, mi basta vivere.


A.

venerdì 8 febbraio 2008

POPOLO POTTERIANO 2

 Ok ok.... se leggete i commenti del precedente post vedrete che Stoned Butterfly è VERAMENTE sul pezzo


Allora lasciamo stare la domanda su Andromeda, e levatemi una curiosità che mi è venuta riguardando per la millesima volta il film dell' Ordine della Fenice (il settenne non ne ha mai abbastanza).


Quando i nostri tre prodi entrano alla Testa di Porco per aspettare i compagni che diventeranno l' ES, c'è una rapida inquadratura del proprietario del pub - che dunque nessuno dovrebbe ancora sapere ne sospettare essere Abe Dumbledore. Ma il tale in questione ha l'età del suo famoso fratello, ha una bella barba grigia simile (anche se più corta) a quella di  Albus e soprattutto, ha una CAPRA che gli passa dietro le spalle. Quindi di fatto quel tizio lì è già Aberforth, (transeat la somiglianza fisica dei personaggi, ma la capra non può lasciar adito a dubbi......), e lo è durante le riprese del quinto film, prima che il settimo libro esca. Come fa il regista a saperlo?


Quindi, cosa mi sfugge?


A voi.



A.

giovedì 7 febbraio 2008

POPOLO POTTERIANO A RACCOLTA

Ragassuoli belli, ho un paio di quesiti da intenditore.


1. Prima del Settimo libro, v'è menzione da qualche parte che Aberforth sia il proprietario della Testa di Porco?


2. Prima del Settimo libro, v'è menzione da qualche parte che una cugina di Sirius, Bellatrix e Narcissa abbia sposato un babbano di nascita? (si tratta di Andromeda, che ha sposato Ted Tonks). Forse dice qualcosa nel Quinto quando presenta il personaggio di Ninphadora??



Attendo ragguagli....................